Belli gli aiuti ai ristoratori. Ma i dipendenti in nero?

25 Novembre 2020

Metà dei lavoratori della ristorazione non ha un contratto regolare. E nessuno strumento anti-Covid li raggiunge. Che fare?

Il 6 novembre scorso si è tenuto il food festival de Il Corriere della Sera “Cibo a regola d’arte”, durante il quale lo chef Massimo Bottura si è confrontato con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte circa le richieste avanzate dallo chef pluripremiato per salvare il settore della ristorazione in tempi di Covid.
Le proposte, pubblicate in una lettera – che si trova qui – al Presidente del Consiglio il 26 ottobre scorso, sono:

-          chiusura serale almeno alle 23:00;

-          liquidità in parametro ai fatturati;

-          cassa integrazione almeno fino al ristabilimento del turismo europeo;

-          decontribuzione del 2021;

-          abbattimento dell’i.v.a. dal 10% al 4% per il prossimo anno.

Quelle di Bottura sono richieste legittime, avanzate, evidentemente, da chi rispetta tutte le regole circa assunzioni regolari dei dipendenti, senza lavoro nero e con trasparenza fiscale.
Tuttavia, la realtà dei fatti inerente al settore della ristorazione è ben diversa: stando a una indagine di RestWorld nel 2017, più della metà dei lavoratori e delle lavoratrici del settore afferma di lavorare in nero.

Allo stato attuale delle cose, questo si traduce nella mancanza di tutele economiche per tutto il periodo di lockdown per tutti coloro i quali lavorano in queste condizioni.

Certo, il lavoro nero è strettamente collegato a una tassazione fuori dal comune che, spesso, incentiva i datori di lavoro ad assumere in nero, così da evitare il pagamento di ulteriori tasse.
Se tuttavia è vera la frase di Bottura «La politica deve rendere visibile l’invisibile», è giunto il momento di far sentire la voce di quei tantissimi lavoratori e lavoratrici, del settore della ristorazione e non solo, storicamente privi di diritti e garanzie, di fatto invisibili: la loro è una situazione che la pandemia sta portando letteralmente all’esasperazione e che le proposte di Bottura non risolverebbero.

Dalla mancanza di un regolare contratto di lavoro consegue l’impossibilità di accedere a sussidi e bonus in questo periodo di chiusura, lasciando pertanto i lavoratori e le lavoratrici senza alcuna copertura economica che non siano i loro risparmi, e spingendoli a richiedere il surreale Reddito di Cittadinanza, che da un lato si arroga il diritto di proporre un lavoro a prescindere dall’ambito di competenza lavorativa e dalla collocazione geografica del diretto interessato, e dall’altro, in alcuni casi, è stato sospeso dall’inizio della pandemia. 

Per rendere l’idea, nella peggiore delle ipotesi un bartender di Milano potrebbe ritrovarsi senza sussidio e con un’offerta di lavoro da tornitore a Reggio Calabria; nella migliore delle ipotesi, percepirà un sussidio per qualche tempo, finché non troverà autonomamente un nuovo lavoro nel suo ambito.

Bisogna contestualizzare: in tempi normali sarebbe necessario lavorare a un piano efficace per combattere il lavoro nero e la conseguente evasione, ma attualmente serve innanzitutto tutelare quelle persone che non hanno nessuna tutela.
Una persona che accetta di lavorare in nero di solito ha una situazione economica tanto fragile da spingerla ad accettare di farlo pur di portare a casa qualche soldo: quella persona non è parte del problema, ma una vittima, e in quanto tale va tutelata, ora più che mai.

Occorre stanziare dei fondi ad hoc – chiamatelo “reddito universale”, “reddito d’emergenza” o “Pluto”, poco importa – per tutelare questa categoria di lavoratori e lavoratrici. In questo modo, non solo si garantirebbe un fondo di base per chi ne ha bisogno, ma si potrebbe al contempo avviare un’indagine preliminare per permettere ai lavoratori coinvolti di segnalare le attività per cui prestano lavoro in nero, senza comunque che queste vengano in alcun modo sanzionate, visto il periodo già piuttosto difficile per il settore. 

Sulla base di queste segnalazioni, ad attività riaperte a pieno regime, avranno inizio le attività ispettive vere e proprie, ma solo dopo una riforma fiscale di cui la ristorazione in primis sente il bisogno da ben prima del Covid, in modo tale che i titolari siano incentivati ad assumere regolarmente, non a fomentare l’evasione fiscale pur di stare in piedi. 

Un “liberi tutti” per ricominciare, letteralmente, da capo.

Ti è piaciuto l'articolo? Se vuoi contribuire scrivici.

Altri argomenti

20220228_004531_0010

Dall’alcol alla Cannabis sbagliamo l’approccio

sacchetto

C’era una volta la polemica sui sacchetti

chiesa-bruciata

Buon Natale (340 milioni di persone rischiano la vita festeggiandolo)

image-1

“L’acqua non ha prezzo”…finché è tanta

image-150x150-1-1

Ecco che cosa stai pagando in bolletta

hunter-man

E adesso andiamo a caccia. Di un dibattito serio

photo_2021-11-30_15-11-36

La Festa dell’Ottimismo del Foglio. Terra Libera a Firenze

Immagine 2021-11-25 191527

Erdogan passione economista

lamorgese

Rave: inasprire le pene è l’unica mossa inutile

Foto: Christoph Soeder/dpa (Photo by Christoph Soeder/picture alliance via Getty Images)

Com’è andata COP26, quindi?

europa-vs-cina-drago-toro-1

Chi è il cattivo nella saga del clima?

euro-coins-frop

Salario minimo legale: dubbi, critiche e proposte

merlin_196804137_fa545e28-bab4-404a-9591-e47ed70db7b1-superJumbo

Ristorazione: come migliorare i contratti stagionali?

Referendum Cannabis

REFERENDUM CANNABIS

crowd

All’inseguimento dei no vax

ricardo-arce-I-Cu1x2DUAY-unsplash

Fit for 55: di cosa si tratta?

charles-forerunner-gapYVvUg1M8-unsplash

Per un nuovo sistema di trasporto ferroviario regionale

mano di alessio

Ristoratori, i giovani ci sono ma voi li sottopagate

merlin_173207328_32c1f0f0-fb5d-4668-a034-e284332078e0-superJumbo

Il mix energetico ideale per l’Europa. E il nucleare

musica

Un’altra musica per le aree interne

orditoio

Fabbriche italiane, sicurezza cinese. A Prato è un problema da 40 anni

evergiven

La sfida del 21° secolo? Non trovarci mai più senza alternative

Isolation time

Superbonus 110%: buona l’idea, meno l’esecuzione

camionsutreni

Autostrade viaggianti: quando i camion prendono il treno

maduro

Venezuela libre

vaccino

“Chi va piano va sano”? Le mille cautele che hanno frenato le vaccinazioni UE

velin

Quattro buone ragioni per un partito ecologista liberale

courtenu

Come mai gli chef sono tutti uomini?

tl_card_article_venezuela copy 3

Right-ders: la lunga cavalcata verso i diritti

sardegna

Difendiamo i nostri mari, dai pericoli veri.
Le 5 proposte di Terra Libera

tassare amazon

Tassare Amazon: okay, ma come?

tl_card_congresso

Congresso di +Europa: Terra Libera ci sarà

Lazzaro-Diego-E-BZ

Intervista con Diego Lazzaro, candidato a Bolzano

Sguazzardo

Smobilizziamo il consumo del suolo

operaio-pala-eolica

L’eolico marino in Romagna, spiegato bene

image

Cibo per 10 miliardi: il pianeta può resistere?

spetale-tafliato

I sette peccati capitali della ristorazione. E come convertirla

IMG-20200505-WA0007

Il bicchiere della movida con cui La Spezia ha sconfitto la plastica

booo

L’ambientalismo che ha fallito e quello che riuscirà

image-5

Detassare il lavoro con il carbon pricing

pescara-vecchia

La “guerra santa” contro l’alcol del sindaco di Pescara

negozio-condiviso

Negozi in condivisione: un esperimento su cui accelerare

vecchia-simpatica

I nostri cocktail pagano anche le pensioni

follonica2

Il Tirreno nella morsa tra rifiuti e burocrazia

elettrotecnico 2

Riapertura delle scuole: guai a noi se voliamo basso